Il festival alla sua seconda edizione
Ogni uomo è particolare e, in virtù della sua particolarità, portato ad agire.
Deve però trovar gusto nella sua particolarità.
Franz Kafka, Frammenti.
Il festival letterario AutOutAut è un progetto artistico itinerante che segue un percorso culturale e sociale sulle tracce dell’autismo, con l’intento di promuovere progetti di vita concreti per ogni singola persona autistica a sostegno e integrazione della legge sul dopo di noi (n.112/2016). Aut Out Aut è concepito per accogliere, per essere casa e composizione di ogni differenza, perché il differire sia inteso come un abitare tutte le direzioni.
La prima edizione (link) si è svolta dal 20 al 24 settembre 2023 a Monserrato, Cagliari e Iglesias grazie ai contributi economici e organizzativi di questi comuni e della Regione Sardegna. Fra gli ospiti, importanti autrici e autori come lo scrittore del bellissimo e fortunato libro “La lucina” Antonio Moresco, la poetessa saggista Antonella Anedda, il filosofo esteta Federico Ferrari, il chitarrista dei CCCP e CSI Massimo Zamboni, Gabriella Caramore, autrice della trasmissione radiofonica “Uomini e Profeti”, il cantautore Andrea Chimenti, il poeta e traduttore Valerio Magrelli, il drammaturgo Rocco Familiari, ideatore del Festival Internazionale di Teatro di Taormina, il critico d’arte Alfredo Accatino con i suoi saggi sugli Outsider dell’arte visiva, il poeta Silvio Raffo, il più importante traduttore di Emily Dickinson in Italia, i registi Jonny Costantino (La Lucina) e Rita Deiola (Svegliati Europa), l’illustratore di fama mondiale Daniele Serra, il poeta blues Alberto Lecca, le poetesse Roberta Castoldi e Franca Mancinelli. Tutti gli interventi sono stati accompagnati dalle performance artistiche del regista e attore Senio Giovanni Barbaro Dattena, con l’attrice Maria Loi, la danzatrice Valentina Puddu e l’arte figurativa del maestro Mariano Corda e del suo Bestiario.
La 2a edizione del Festival 2024
La nostra associazione, anche quest’anno, ha vinto il bando Contributi per la realizzazione di progetti di promozione della lettura e festival letterari di interesse regionale, nazionale, internazionale della Regione Sardegna. In collaborazione col comune di Iglesias, il Dipartimento di Pedagogia, Psicologia e Filosofia dell’Università di Cagliari, l’Ente Concerti Città di Iglesias, Il crogiuolo, la Vox Day e tanti altri si darà il via alla seconda edizione.
Il festival si svolgerà nella seconda settimana del mese di dicembre e, precisamente, a Cagliari dal 10 all’11 dicembre e ad Iglesias dal 12 al 15 dicembre e il programma completo è ora disponibile e segnalato qui sotto nel dettaglio.
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Il festival racconta il disturbo autistico non trattando direttamente l’argomento. Lo fa, attraverso la letteratura e le arti in genere.
Aut Out Aut parla di autismo senza parlarne direttamente.
Ecco gli obiettivi che si prefigge:
- cancellare i confini che si identificano nel perimetro della persona; di spezzare quella linea continua che circoscrive la forma della normalità riconosciuta;
- scagionare il riconoscimento dal giudizio;
- annullare gli stereotipi sociali restituendo valore al gesto dello sguardo; di promuovere l’atto dell’incontro come percezione sensibile dell’altro;
- salvaguardare le caratteristiche e le differenze di ogni individuo; di utilizzare ogni linguaggio possibile e di regalare alla voce il silenzio;
- aprire gli spazi chiusi alla soglia della possibilità e andare avanti fra le immagini della letteratura, della poesia, della musica e del teatro, stringendo forte le soste del respiro.
Questa 2a edizione sarà dedicata ai racconti di Franz Kafka e ad alcuni dei suoi personaggi che prenderanno vita lungo il percorso del festival fra i libri e le performance di presentazione.
Quelle del Festival Aut Out Aut non sono state e non saranno mai delle semplici presentazioni di libri, ma delle vere e proprie performance negli spazi che le ospiteranno, grazie alla regia di Senio Giovanni Barbaro Dattena. Ci saranno dei laboratori di invito alla lettura, di musica e teatro nelle biblioteche e nelle scuole dei comuni interessati, rivolti a tutti, anche ai bambini. La novità di quest’anno, saranno le colazioni letterarie con gli autori.
Nel contempo, con la collaborazione della Prof.ssa Roberta Fadda dell’Università degli Studi di Cagliari, verranno coinvolti giovani-adulti e adulti autistici del territorio e le loro famiglie. Attraverso le proprie modalità comunicative, sia verbali che non verbali, la loro partecipazione darà spunti di incontro e confronto tra i partecipanti alle performance, consentendo di condividere nuove possibilità di espressione e di conoscenza.
Verrà così promossa l’attenzione sulla necessità di interazione fra le diverse normalità, ciascuna con le sue specificità. Siamo convinti, infatti, che i linguaggi dell’arte possano attivare processi importanti per coadiuvare interventi di supporto efficaci in adolescenza e in età adulta, per promuovere l’autonomia nella vita di tutti i giorni.
Intorno al Festival Aut Out Aut
L’Associazione Diversamente Odv, che ha come obbiettivo principale quello di migliorare la qualità della vita delle persone autistiche e delle loro famiglie, ha voluto organizzare un festival “diverso” che trattasse l’argomento “autismo” coinvolgendo più persone possibili e non solo persone autistiche. Aut Out Aut è infatti il festival in cui le solitudini si incontrano – perché è proprio nel riconoscersi che l’altro acquista una sua precisa fisionomia al di là delle sue caratteristiche – in cui gli ospiti del festival partecipano con i loro libri che non trattano il tema dell’autismo ma ne raccontano indirettamente alcuni aspetti: l’Altro e le sue solitudini, l’Immagine e la sua rappresentazione, l’Oggetto e il suo raffigurarsi, il Suono e il suo diffondersi, lo Spazio e il suo estendersi. Qui l’outsider – l’out che gravita nel nome del festival – trova casa e il linguaggio non è mai scontato, anche se si tratta della parola stessa o della sua assenza.
La caratteristica fondamentale di Aut Out Aut, quindi, è che durante le giornate del festival si racconta l’autismo senza necessariamente parlarne direttamente e lo si fa attraverso l’uso dei molteplici linguaggi che le arti ci offrono.
Ogni autore e autrice della prima edizione ha aderito in maniera entusiastica partecipando spontaneamente a diverse performance – nel segno dell’imprevedibilità, così come si presenta la vita di chi deve occuparsi di una figlia o di un figlio autistico che vive nell’incertezza del domani, quando il chi non sarà più presente – dirette dal regista Senio Giovanni Barbaro Dattena con la partecipazione di attrici, attori e musicisti.
Aut Out Aut prende il suo nome dal concetto espresso dal filosofo Soren Kierkegaard (l’Enter-Eller, detto anche Aut Aut), in cui della vita si evidenziano due stadi: l’uno si fonda sull’indifferenza nei confronti dei principi e dei doveri morali, nel nostro caso, l’indifferenza verso le diversità e il disagio che ne deriva. L’altro, sul dovere etico e sulla responsabilità con la consapevolezza, per noi dell’associazione Diversamente Odv, che le arti devono tornare a sostenere il sociale.
L’Out che separa i due Aut è quel fuori che tiene uniti i due estremi del concetto, in cui abitano le differenze e le particolarità che identificano ogni singola persona, che ha diritto di essere riconosciuta come tale, con le sue specifiche caratteristiche. Per capire, infatti, l’altro non è necessario rinchiuderlo in un’etichetta che lo generalizza (quando si parla di “autistici”, ad esempio). Se ogni persona è diversa da un’altra, una persona autistica è diversa da un’altra persona autistica. Ognuno ha la sua identità specifica che può assumere molteplici sfaccettature. Aut Out Aut si occupa di rappresentare queste molteplicità. E lo fa in un modo del tutto nuovo attraverso la letteratura, la poesia, il teatro e la musica in un flusso performativo continuo, come la vita.
Il festival e la legge sul dopo di noi
Il festival Aut Out Aut è un’occasione per ragionare sull’attuabilità della legge sul dopo di noi (n.112/2016), verificandone i progressi, analizzando le proposte messe in atto negli anni e considerando i continui e possibili miglioramenti futuri – quante soluzioni concrete sono state attuate, in che modo, se hanno funzionato e come si possono migliorare – focalizzandosi su ogni singola persona in relazione a sé stessa e alle sue specifiche caratteristiche ed esigenze per il paese o per la città in cui vive.
Aut Out Aut non è, quindi, solo un festival letterario, ma un motore propulsore che continuerà nel tempo a produrre quelle idee necessarie all’autodeterminazione dell’individuo con autismo nel rapporto con l’altro: per coinvolgere le persone autistiche, con la collaborazione dei familiari, per ragionare sulle opportunità offerte dalla legge sul dopo di noi, partendo dall’analisi dei requisiti necessari per poter usufruire dei benefici previsti, sino alla definizione di un progetto personalizzato da sperimentare, adatto alle proprie necessità e caratteristiche; predisporre progetti per l’abitare indipendente in una prospettiva di comunità che potranno includere la riorganizzazione funzionale degli spazi nella casa e l’individuazione di percorsi urbani – al centro, nelle periferie, nei parchi, nei luoghi di interesse culturale – per accogliere il dialogo tra le persone autistiche e no, per condividere le differenze attraverso i diversi linguaggi tra cui il gioco, lo sport, il teatro e la musica, costruendo le basi per quella frase urbana di cui parla il filosofo Jean-Christophe Bailly in cui pietre, muri, asfalti, monumenti, parchi, terreni abbandonati, centri, periferie, verde spontaneo costituiscono essi stessi un linguaggio che parla dei luoghi e dei suoi abitanti.
I percorsi costituiranno un modello per le persone autistiche e le proprie famiglie che avranno libero accesso al know how prodotto attraverso diversi canali di divulgazione del festival e dell’Associazione Diversamente.
Il nostro auspicio è che Aut Out Aut possa diventare un modello per lo sviluppo di progetti di vita delle persone adulte autistiche, attraverso l’ascolto della loro voce e di quella delle loro famiglie, il coinvolgimento della comunità, la sinergia tra istituzioni e l’impegno di molteplici professionalità che si incontrano e si ritrovano nelle arti, grazie alla letteratura.
Il programma
10 dicembre dalle ore 18:00 presso Palazzo Siotto, Cagliari
di e con SENIO GIOVANNI BARBARO DATTENA
Ritratto di Franz Kafka
presso Palazzo Siotto, Via dei Genovesi, 114 – Cagliari
Biografia autore
Senio Giovanni Barbaro Dattena
Attore, regista, drammaturgo e altro non meglio precisato, nasce a Cagliari parecchi anni fa e da più della metà si dedica al teatro. Il Teatro di prosa lo rapisce sulla via di Damasco (un classico) e sembra non lo voglia ancora lasciare. Ultimamente si è aggiunta anche la danza a circuirlo. A questo punto il complotto è piuttosto chiaro. Gli incontri speciali con tre artisti straordinari e diversissimi (Rino Sudano – Carlo Quartucci – Marco Gagliardo) ne hanno profondamente segnato il percorso. Nella sua attività di attore e regista ha frequentato autori molto diversi tra i quali: Pinter – Buchner – Shnitzler – Bukowski – Sofocle – Arrabal – Strindberg – Seneca – Camus – Jonesco – Copi – Poe – Baudelaire – Eschilo – Albee – Aristofane – Pasolini – Beckett – Kristof – Kolitz – Ovidio – Apuleio
ALBERTO CAPITTA
La tesina di S. V., (ed. Il Maestrale)
presso Palazzo Siotto, Via dei Genovesi, 114 – Cagliari
Biografia autore
Alberto Capitta (Sassari 1954), autore di sei romanzi per il Maestrale: Creaturine (2004; finalista Premio Strega nel 2005; Premio Lo straniero 2016) Il cielo nevica (2007; già Guaraldi 1999); Il giardino non esiste (2008); Alberi erranti e naufraghi (2013; Premio Brancati e Libro dell’anno di Fahrenheit); L’ultima trasfigurazione di Ferdinand (2016); La tesina di S.V. (2023). È anche autore di storie per ragazzi illustrate da Elda Broccardo: Quel quel mangione si Renato (Angelica editore 2020); Il Cacciatore (Imago edizioni 2021).
Performance
- La palla fuggiasca – performance del piccolo attore Leonardo Diana
- Lettera a Franz Kafka di e con Alberto Lecca e la partecipazione di Marisa Caruso
presso Palazzo Siotto, Via dei Genovesi, 114 – Cagliari
PAOLO DI PAOLO
Romanzo senza umani, (ed. Feltrinelli)
fra le parole di Muse Teatro
presso Palazzo Siotto, Via dei Genovesi, 114 – Cagliari
Biografia autore
Performance MACCHINE
La Redazione della Rivista di cultura poetica a cura di Erbafoglio
presso Palazzo Siotto, Via dei Genovesi, 114 – Cagliari
11 dicembre dalle ore 18:00 presso Teatro Houdini, Cagliari
EMANUELE DATTILO
La vita che vive, (ed. Neri Pozza), Incontro – paura e desiderio
presso Teatro Houdini, via Molise, 2 – Cagliari
Biografia autore
Emanuele Dattilo (Roma, 1985), ha pubblicato Il dio sensibile (Neri Pozza 2021) e La vita che vive (Neri Pozza, 2022). Ha curato l’edizione italiana del frammento metafisico di David di Dinant (Mente Materia Dio, Il melangolo 2022).
SILVIA BRE
Le campane, (ed. Einaudi)
Nel silenzio, le distanze – performance di Muse Teatro e fra le parole di Maria Loi
presso Teatro Houdini, via Molise, 2 – Cagliari
Biografia autrice
Silvia Bre è poeta e traduttrice. Ha pubblicato I riposi (Rotundo), Sempre perdendosi (nottetempo), e per Einaudi le raccolte di poesie Le barricate misteriose, Marmo, La fine di quest’arte e il recente Le campane. Nel 2022 ha pubblicato per Vallecchi il saggio Mistero. Ha tradotto, tra gli altri, Louise Labé, Claudia Rankine, Vita Sackville-West, Margaret Atwood, da Emily Dickinson per Einaudi Centroquattro poesie, Uno zero più ampio e Questa parola fidata; e di recente Fuoco e ghiaccio di Robert Frost per Adelphi. Per i Tascabili Einaudi ha inoltre pubblicato la traduzione di un’ampia raccolta di poesie di Emily Dickinson.
Le campane
Silvia Bre
Le campane
Einaudi
Nel silenzio vive l’attimo dell’attesa di un’eco lontana che riporta la presenza del suono in un luogo d’ascolto e siamo attirati da distanze che ci chiamano e da pause che si rispettano. Il silenzio è semplicemente una pausa fra due rintocchi che non si incontrano mai. Nel riconoscersi vicine, le campane, si prendono per mano fra la presa di chi le smuove e si fermano solo quando la mano le abbandona. Le pause portano il pensiero a ritrovarsi, ed accettarle è necessario per fermare quel tempo che ci trascina in pericolose frenesie del passato. Emettono strani suoni, come fossero incastrate fra le lancette di un orologio non più funzionante, e non smettono di chiamarci. Ricarichiamo il tempo fra i secondi e lasciamoci respirare: “La colpa è rimanere in me senza volere/appesa a una corda vocale a rapire un’orma/vederla passare nell’attimo/chiamarla fare senza.” Le parole che nascono da una pausa sono dei rintocchi all’inizio, e il linguaggio può essere fatto di pause dopo ogni rintocco che produce delle vibrazioni di senso. Non esistono gesti inespressi, li riconosciamo nell’andare oltre quello che pensiamo di sapere, quell’altro che ci insegue per spiegarsi con uno sguardo che fugge. Quello sguardo che merita una pausa e un rintocco: “La parola è un impiglio, poi crolla/come ogni monumento/e l’incontro si scioglie…”.
E le campane rimbalzano da lontano, come degli oggetti che si animano di un’anima loro, sempre sorde agli altri rumori che diventano suoni se ascoltati, non sentiti: sono corpi. Le campane sono l’altro che si avvicina da lontano, che quando si incontrano, nelle pause, si baciano al rintocco del suono che sospeso ritorna, continuamente finché il vento non lo placa e qualcuno non torna per dargli voce. È musica ininterrotta, se tesa dal gesto di una mano che le tocca nelle corde immaginarie della melodia. Così le altre, si riconoscono, anche se diverse nelle dimensioni, nella forma, nel peso dell’ondulare, perché è un linguaggio nuovo che parla di concerto con platee che si credono infinite nella musica che tutto unisce e raccoglie: “Ma il vuoto tenebroso della musica/vuole solo riempirsi e ti trova negli occhi socchiusi/nel corpo che lasci perché dica le sue note coi tuoi toni/e tu sia un’altra cosa”.
IDA TRAVI
I Tolki, (ed. Il saggiatore)
TA – performance di Muse Teatro
presso Teatro Houdini, via Molise, 2 – Cagliari
Biografia autrice
Già dagli esordi l’opera di Ida Travi si muove tra oralità e scrittura.
Pubblica in prosa pubblica i saggi L’aspetto orale della poesia 2000, e Poetica del basso continuo, Moretti-Vitali, 2015. Dal 2011 al 2023 compone l’epopea contemporanea I Tolki, in otto libri /episodi, editi da Il Saggiatore nel 2024: non gesta eroiche ma figure d’esseri umani ‘sacri e miserabili, misteriosi e semplici’. Premio Napoli e Premio Dessì 2024.
DONATELLA BISUTTI
Erano le ombre degli eroi, (ed. Passigli)
fra le parole di Massimiliano Messina
performance di Muse Teatro
L’arcobaleno – con Felice Montervino
presso Teatro Houdini, via Molise, 2 – Cagliari
Biografia autrice
Donatella Bisutti è poeta, scrittrice, giornalista, traduttrice, operatrice culturale. Ha pubblicato per Bompiani il romanzo Voglio avere gli occhi azzurri. Il suo famoso saggio La poesia salva la vita, uscito da Mondadori, è ora nei Tascabili Feltrinelli. Fra le raccolte poetiche: Inganno Ottico, Premio Montale Inediti, Rosa Alchemica Premio Lerici Pea e Camaiore, Sciamano Premio Gozzano e il recente Erano le ombre degli eroi, Passigli, finalista al Premio Dessì Fra i libri per ragazzi: Le parole magiche, Feltrinelli e Storie che finiscono male, Einaudi Ragazzi, L’albero delle parole Feltrinelli. E’ Fellow della Fondazione Bogliasco.
Erano le ombre degli eroi
Donatella Bisutti
Erano le ombre degli eroi
Passigli Poesia
Edmond Jabes distingueva fra “assimilare”, cioè la dittatura dell’uno al quale tutto deve essere ricondotto e in cui tutte le differenze devono scomparire e “somiglianza” che nasce proprio dal riconoscimento della dignità della differenza che non urla, non si dimena per trovare pace in sé, ma che precipita in assenza di sentimento. Nell’assimilare, “i rifiuti degli abitanti di Tebe diventavano troppi. C’erano avanzi di cibo, confezioni di plastica, computer rottamati di penultima generazione, scatole di imballaggio […] Finché un giorno Tebe divenuta un’enorme discarica, franò, seppellendo se stessa nei suoi stessi rifiuti.” Fra i rifiuti degli abitanti di Tebe, il cibo è quello che ne generava di più. Il cibo dovrebbe essere il piacere dell’incontro, ma diventa la gabbia che porta l’essere umano a incontrarsi solo per autodistruggersi. Siamo destinati a diventare la grande discarica di noi stessi.
Non esiste alternativa al riciclo dell’essere umano che si assimila, che sfida il presente dimenticando il passato, affogando in se stesso il rifiuto dell’altro.
Nel Mito spezzato e ricomposto da molti frammenti, di profondità contraddittorie, di stravolgimenti necessari che annegano l’istante, veniamo così immersi in Tebe e Giocasta, Edipo, Tiresia, Elettra e altre Ombre, ma questo viaggio nel tempo accende la coscienza che non siamo mai partiti, racconta Adam Vaccaro. Il Mito spezzato è un filo che nelle pause regge il silenzio di una tensione che ci porta ad aspettare un passato che non potrà mai più ritornare. Il tempo sembra un viaggio altalenante, dove più si rincorre l’attimo, più si rischia di non riconoscersi. Se il passato è speranza, in un futuro avrebbe senso ancorarsi alle pause.
Europa, sorella di Cadmo, è l’epodima del continente europeo. Fu rapita da Zeus, e il padre Agenore chiese ai figli di cercarla e di non tornare senza di lei. Europa sogna più volte l’abbandono del fratello, di aver partorito un gran numero di figli piccoli ma curiosamente vecchi, di esser tornata di nuovo ragazza e di fuggire da casa. Un paesaggio sconosciuto l’accoglie, forse nell’est, ma non c’è la speranza di tornare in sé. Europa è, esiste, nel suo esser dimenticata e nel suo dimenticarsi nel tempo, nel non sentirsi pienamente nella somiglianza con gli altri. È la metamorfosi che si completa in cui si perde la possibilità di ritrovarsi: è la se stessa autistica, perché cercarla?
“Noi non siamo più gli eroi, siamo le ombre degli eroi […] ecco, dicono i signori di Tebe, guardando la massa miserabile, sono uomini forse? Cosa abbiamo noi in comune con loro? Noi raffinati, potenti, simili agli dei? Che ci importa se muoiono a milioni nelle loro città abbruttite come un formicaio divelto? […] Nessuno si ricordi del tempo degli eroi. Sia cancellata la loro memoria, siano distrutti i loro ritratti, le loro case, gli oggetti che li possono ricordare. Non ci sono più eroi, non c’è più neanche l’uomo.” E quindi, che fare? Nella somiglianza, rincorrere il principio che la speranza è di far vivere nelle differenze l’istante del riconoscimento. Nei frantumi, non ferirsi ma specchiarsi e rivedersi di nuovo, cambiati.
12 dicembre dalle ore 10:00 presso Aula 5 A, Facoltà di Studi Umanistici, Università degli Studi di Cagliari
GIANLUCA SOLLA
Walter Benjamin. Pensare per immagini. Inventare gesti, (ed. Feltrinelli)
Introduce Roberta Fadda
presso Università di Cagliari, Facoltà di Studi Umanistici, Aula 5A, Corpo aggiunto, Via Is Mirrionis, 1 – Cagliari
Biografia autore
Gianluca Solla insegna Filosofia teoretica presso l’Università di Verona, dove è stato co-fondatore del Centro di ricerca “Tiresia. Filosofia e Psicanalisi” e attualmente dirige “PHILM. Centro di ricerca su filosofia e cinema” Tra le sue ultime pubblicazioni: Il debito assoluto, l’economia della vita (Pisa 2018); Disegnare, la formula di Freud (Napoli-Salerno 2022); Walter Benjamin. Pensare per immagini, inventare gesti (Milano 2023).
12 dicembre dalle ore 16:30 presso Miniera di Monte Poni, Iglesias
NICOLA TURRINI
Le linee d’erranza di Fernand Deligny, figura chiave della pedagogia del Novecento
Performance con visita guidata all’interno della miniera
Sulle orme di Franz Kafka, a cura dei partecipanti del laboratorio teatrale
condotto da Senio Giovanni Barbaro Dattena
presso Miniera di Monteponi, Iglesias
Biografia autore
Nicola Turrini è ricercatore in filosofia teoretica presso l’Università degli Studi di Verona ed è parte di PHILM – Centro di ricerca di filosofia e cinema presso la stessa università. I suoi interessi di ricerca si muovono tra la filosofia teoretica, l’estetica e la filosofia della matematica. Si sta da tempo dedicando allo studio delle forme di pensiero visivo e diagrammatico. Nel 2018 ha pubblicato Fernand Deligny, prima monografia in italiano interamente dedicata al lavoro del grande pedagogista francese.
12 dicembre dalle ore 18:00 presso Sala Remo Branca, Iglesias e in streaming
ALBERTO VANOLO
La città autistica, (ed. Einaudi)
——————evento in streaming——————
e con: Roberta Fadda, Enrico Chirigu, e Pierangelo Cappai (presidente Diversamente Odv)
Performance a cura dei partecipanti del laboratorio teatrale condotto da Senio Giovanni Barbaro Dattena
presso Sala Remo Branca, Iglesias
Biografia autore
Alberto Vanolo è professore di geografia politica ed economica presso il Dipartimento Culture, Politica e Società dell’Università di Torino, dove svolge attività di ricerca nel campo degli studi urbani e della geografia sociale e culturale. Il suo ultimo libro è “La città autistica” (Einaudi, 2024).
12 dicembre dalle ore 19:00 presso Teatro Electra, Iglesias
CLARA TÖRNVALL
Guida galattica per persone autistiche, (ed. Elliot)
————–evento in streaming————–
con Roberta Fadda e Enrico Chirigu
I neuro-atipici – performance a cura dei partecipanti del laboratorio teatrale
condotto da Senio Giovanni Barbaro Dattena
presso Teatro Electra, Iglesias
Biografia autrice
credit: ph. Sofia Runarsdotter
Giornalista culturale svedese e produttrice da più di vent’anni di programmi radio e tv. Dopo aver ricevuto la diagnosi di autismo all’età di quarantadue anni ha deciso di dedicarsi al libro Autistiche. Donne nello spettro, pubblicato da Elliot nel 2023. Il suo secondo libro, Guida galattica per persone autistiche è uscito in Svezia nel 2023 ed è in via di traduzione oltre che in Italia in Repubblica Ceca, Danimarca, Olanda e in Inghilterra e Usa. È candidato all’Adlibris Prize e nominato tra gli Outstanding Books for Young People with Disabilities.
MAURO ERMANNO GIOVANARDI presenta
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- Il rock di padri in figli di Massimo Cotto, (ed. Gallucci) fra le parole di Davide Catinari e Alessandro Muroni, in collaborazione con Vox Day
- Le canzoni del DecameRock e dei La Crus con Mauro Ermanno Giovanardi (voce), Raoul Moretti (arpa), Ludovico Sebastian Muroni (tromba), Alessandro Muroni (pianoforte), in collaborazione con Ente Concerti Città di Iglesias
presso Teatro Electra, Iglesias
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Biografia cantautore
Cantautore raffinato e poliedrico, da più di 20 anni sulla scena musicale italiana come interprete, autore, performer, produttore discografico e direttore artistico.
Tra i creatori della scena underground in Italia, fonda nel 1993 i La Crus, band dirompente che cambia le regole della musica alternativa italiana.
Solista dal 2007, i suoi lavori sono espressioni di ricerca di atmosfere sempre diverse eppure accomunate da un’impronta inconfondibile e sincera, libera di muoversi fra il rock, il pop e la tradizione cantautorale italiana.
Quattro volte Targa Tenco. Del Premio Ciampi, Lunezia e De André.
Partecipa nel 2011 al Festival di Sanremo con Io Confesso, risultando il vincitore morale di quella edizione, e primo nella classifica del brano più passato dalle emittenti radiofoniche.
Negli anni ha sviluppato un rapporto molto intenso con il teatro lavorando a diversi spettacoli. È stato fondatore insieme a Manuel Agnelli, Giacomo Spazio e Carlo Albertoli dell’etichetta indipendente Vox Pop, con più di 100 numeri di catalogo stampati e distribuiti sia in Italia che all’estero.
Direttore artistico di diversi festival di musica e letteratura, “Assalti al Cuore”, “Parola Cantata”, “Equilibri” e dal 2018 alla Mole Vanvitelliana di Ancona, “La Mia Generazione Festival”, dove si racconta quanto la stagione musicale degli anni ‘90 sia stata culturalmente importante e dirompente per gli anni a seguire, sia in Italia che nel resto del mondo. A marzo 2024 dopo quasi 16 anni di assenza è uscito un nuovo disco dei La Crus, “Proteggimi Da Ciò Che Voglio” accolto in maniera entusiastica sia dal pubblico che dalla stampa. Un lavoro capace di far convivere il suono classico della band con quello contemporaneo. Impreziosito da ospiti prestigiosi come Carmen Consoli, Colapesce e Dimartino, Vasco Brondi e il filosofo Slavoj Zizek
13 dicembre dalle ore 10:00 presso Aula 5A, Facoltà di Studi Umanistici, Università di Cagliari
NICOLA TURRINI
Fernand Deligny, (ed. Ortothes)
Introduce Roberta Fadda
presso Università di Cagliari, Facoltà di Studi Umanistici, Aula 5A, Corpo aggiunto, Via Is Mirrionis, 1 – Cagliari
Biografia autore
Nicola Turrini è ricercatore in filosofia teoretica presso l’Università degli Studi di Verona ed è parte di PHILM – Centro di ricerca di filosofia e cinema presso la stessa università. I suoi interessi di ricerca si muovono tra la filosofia teoretica, l’estetica e la filosofia della matematica. Si sta da tempo dedicando allo studio delle forme di pensiero visivo e diagrammatico. Nel 2018 ha pubblicato Fernand Deligny, prima monografia in italiano interamente dedicata al lavoro del grande pedagogista francese.
13 dicembre dalle ore 10:15 presso La Dolce Vita, Iglesias
COLAZIONE CON L'AUTRICE DONATELLA BISUTTI
fra le parole di Christian Castangia
presso La Dolce Vita, Via Valverde, 34 – Iglesias
Biografia autrice
Donatella Bisutti è poeta, scrittrice, giornalista, traduttrice, operatrice culturale. Ha pubblicato per Bompiani il romanzo Voglio avere gli occhi azzurri. Il suo famoso saggio La poesia salva la vita, uscito da Mondadori, è ora nei Tascabili Feltrinelli. Fra le raccolte poetiche: Inganno Ottico, Premio Montale Inediti, Rosa Alchemica Premio Lerici Pea e Camaiore, Sciamano Premio Gozzano e il recente Erano le ombre degli eroi, Passigli, finalista al Premio Dessì Fra i libri per ragazzi: Le parole magiche, Feltrinelli e Storie che finiscono male, Einaudi Ragazzi, L’albero delle parole Feltrinelli. È Fellow della Fondazione Bogliasco.
13 dicembre dalle ore 16:30 presso Miniera di Monte Poni, Iglesias
GIANLUCA SOLLA
L’invenzione del gesto: Franz Kafka e Buster Keaton con Gianluca Solla
Performance a cura dei partecipanti del laboratorio teatrale condotto da Senio Giovanni Barbaro Dattena e con la performance della danzatrice Luana Maoddi ispirata a La tana e La Metamorfosi di Franz Kafka
presso Miniera di Monteponi, Iglesias
Biografia autore
Gianluca Solla insegna Filosofia teoretica presso l’Università di Verona, dove è stato co-fondatore del Centro di ricerca “Tiresia. Filosofia e Psicanalisi” e attualmente dirige “PHILM. Centro di ricerca su filosofia e cinema” Tra le sue ultime pubblicazioni: Il debito assoluto, l’economia della vita (Pisa 2018); Disegnare, la formula di Freud (Napoli-Salerno 2022); Walter Benjamin. Pensare per immagini, inventare gesti (Milano 2023).
13 dicembre dalle ore 18:00 presso Teatro Electra, Iglesias
DANIELE SERRA
Visioni, (ed. Bonelli)
Laboratorio di disegno con partecipazione aperta a tutti – Disegnare: inventare lo sguardo con Ludovico Sebastian Muroni e Gianluca Solla
presso Teatro Electra, Iglesias
Biografia autore
Daniele Serra è un illustratore italiano. Tre volte vincitore del British Fantasy Award come “Best Artist” (2012, 2017 e 2021) e finalista al World Fantasy Award 2021, ha realizzato cover, illustrazioni interne e adattamenti a fumetti per autori del calibro di Stephen King, Clive Barker, Ramsey Campbell, Joe R. Lansdale e Joyce Carol Oates.
Le sue principali influenze e ispirazioni provengono dalla narrativa weird e horror di H. P. Lovecraft e William H. Hodgson, dai film di Ridley Scott, dagli horror giapponesi e dalle opere di Clive Barker.
Affascinato dall’immaginario horror prima ancora di iniziare la sua carriera, ha da subito maturato il suo stile distintivo. Giochi di contrasti tra colori brillanti e tonalità scure, tratti curvi, ombre, atmosfere cupe rarefatte caratterizzano le sue opere, realizzate per lo più ad acquerello, oltre che a china e a carboncino.
Come comic artist, ha lavorato con DC Comics (Pray for deaths, scritto da Nicholas Doan), Image Comics (Fade to black, scritto da Jeff Mariotte), BOOM! Studios (Clive Barker’s Hellraiser: Bestiary, AA. VV.), Titan Comics (Dark Souls, AA. VV.), Seraphim INC. (Clive Barker’s Hellraiser Anthology vol. 1-2, AA. VV.), SST Publications (I tell you, it’s love, anche nella versione italiana edita da BD Comics Fidati è amore, tratto da un racconto di Joe R. Lansdale), Mondadori (Murder Ballads, testi di Micol Beltramini), Bonelli (Gentleman’s hotel, tratto da un racconto di Joe R. Lansdale).
Il suo artbook è stato pubblicato da PS Publishing, con introduzione di Clive Barker.
Daniele ha illustrato oltre 300 copertine di romanzi pubblicati da case editrici di tutto il mondo. È suo l’intero artwork per Tommyknockers, opera in tre volumi di Stephen King, pubblicata da PS Publishing.
Tra le cover spiccano le collaborazioni con autori come Clive Barker, J.R. Lansdale, Paul Tremblay, Gwendolyn Kiste, Tim Lebbon, Josh Malerman, Stephen Graham Jones e con case editrici quali PS Publishing, Thunderstorm Books, Dark Region Press, SST Publishing, Cemetery Dance, Buchheim Verlag, Raw Dog Screaming Press, Season of Mist, Fanucci, Solferino, Corbaccio e Sperling and Kupfer.
Alcune sue opere sono state utilizzate come scenografia nell’adattamento cinematografico di Cell di Stephen King, diretto da Tod Williams e interpretato da John Cusack e Samuel L. Jackson (International Film Trust). Ha illustrato i titoli di testa e di coda del film giapponese Rageaholic di Yoshiki Takahashi (Kokuei Company).
Appassionato di musica e musicista, ha realizzato anche artwork per dischi di band come Shining (IX, Season of Mist), :wumpscut: (Madman – Szpital Box, Beton Kopf Media), So Hideous (Laurestine, Prosthetic Records) e Hapax (Exile, Swiss dark nights).
Vive su un’isola nella sua casa-studio con sua moglie, i suoi gatti, diversi insetti esotici e una notevole collezione di film e libri horror.
DONATELLA BISUTTI
Le parole magiche, (ed. Feltrinelli) fra le parole di Francesco Occhetto
presso Teatro Electra, Iglesias
Biografia autrice
Donatella Bisutti è poeta, scrittrice, giornalista, traduttrice, operatrice culturale. Ha pubblicato per Bompiani il romanzo Voglio avere gli occhi azzurri. Il suo famoso saggio La poesia salva la vita, uscito da Mondadori, è ora nei Tascabili Feltrinelli. Fra le raccolte poetiche: Inganno Ottico, Premio Montale Inediti, Rosa Alchemica Premio Lerici Pea e Camaiore, Sciamano Premio Gozzano e il recente Erano le ombre degli eroi, Passigli, finalista al Premio Dessì Fra i libri per ragazzi: Le parole magiche, Feltrinelli e Storie che finiscono male, Einaudi Ragazzi, L’albero delle parole Feltrinelli. È Fellow della Fondazione Bogliasco.
FRANCESCO OCCHETTO
Poeti iraniani. Dal 1921 a oggi, (ed. Mondadori) con Donatella Bisutti, fra le parole di Mostafa Ghoratolhamid e Gilberto Ganassi
presso Teatro Electra, Iglesias
Biografia autore
Francesco Occhetto (Alba, 1996) è scrittore, traduttore e docente di materie letterarie nelle scuole secondarie. Laureato in Lettere e in Scienze Orientalistiche all’Alma Mater Studiorum di Bologna, attualmente svolge un dottorato di ricerca all’Università Sophia, insegna e conduce laboratori di scrittura creativa presso enti sia pubblici che privati. Ha curato alcuni libri della scrittrice Adriana Zarri (tra cui ricordiamo La mia voce sa ancora di stelle. Diari 1936-1948, Einaudi 2023) e del poeta Gian Piero Bona (Detriti del fiume celeste, Interno Poesia 2024); studioso di letteratura persiana, ha tradotto i più importanti poeti iraniani contemporanei. Ha inoltre ideato e organizza il festival culturale Profondo Umano per la città di Alba.
ALDO NOVE
Pulsar, (ed. Il saggiatore)
————–evento in streaming————–
fra le parole di Alessandro Muroni
La musica interrotta, performance a cura di Senio Giovanni Barbaro Dattena
presso Teatro Electra, Iglesias
Pulsar
Aldo Nove
Pulsar
il Saggiatore
“Questo libro è stato scritto nel 402.000 a.c. da un unico computer in cui nel 2051 tutti i cervelli saranno collegati”. Inizia così l’avventura di Pulsar, o meglio, di questa Pulsating Radio Source, una radiosorgente pulsante, di questo corpo celeste compatto e rotante che emette fasci e radiazioni, di questa stella di neutroni che manda segnali radio a intervalli brevi e regolari, dotata di intensi campi magnetici. Insomma, quell’unico computer ha dovuto evitare un’esplosione stellare di tutti i cervelli collegati per poterlo solo pensare Antonello Centanin, in arte Aldo Nove, che nel 1967 nacque e portò in sé i traumi della letteratura, della poesia e della musica.
È una sequenza temporale, Pulsar, che parte dalle origini di una vita, percorrendone lenta i primi anni, dimenticando gli ultimi in una controversa disamina, senza fine. C’è un dialogo con se stesso che si articola in frammenti kafkiani, che parte da un cortile tana del protagonista in cui la madre era pelle che cominciava dove finiva il rumore di gallo schiacciato di una fabbrica vicina, in cui la nonna mangiava zuccherini colorati da una scatola di colore verde, rosso, arancione e giallo, muovendo pianissimo la lingua: “Ogni colore dava sfumature diverse alla pausa che segue la fine del pranzo”. E qui c’è la poesia indiscutibile di Centanin/Nove. Il nonno invece, fra le parole, banalmente, si limita a riscuotere le imposte e a tradire la moglie. E il padre? Ogni poeta sembra avere un padre assente: è un’immagine che ricorre. Ed è proprio fra le immagini che si articola il ricordo, come delle istantanee che si moltiplicano lungo una serie voci interiori che raccontano, contemplano, urlano il proprio sentire. È un battito, questo Pulsar, che tachicardico procede verso la fine del suo inizio. Non ci sono punti di incontro nel tempo che infinito prosegue: “Ciò che è infinito, è sempre uguale. Come se non ci fosse […] Infinito come il numero delle persone che in ogni tempo erano morte. Infinite come ogni dettaglio di Carosello…”. L’istante che lo ricopre, il fascino del particolare, la lenta danza della ripetizione, sono i Kraftwerk, il più robotico gruppo della storia che esiste.
“L’umanità non è che all’inizio della sua evoluzione, passato e futuro si mescolano nell’infinito, la memoria dell’Io è memoria che svanisce in flebili frantumi di storie e onde”, recita Nove.
E gli adulti sono “dei bambini marci” perché il mondo della fantasia lo abbandonano in virtù di quello della falsa realtà.” A un certo punto capisci che la fantasia è un mondo, e devi traslocare in un altro”, e ha anche un nome e già per questo è limitata in quel mondo e non e ne esce più da questo infinito cerchio terrestre, “per noi che seguiamo i sobbalzi irregolari di uno sguardo che ti entra dentro e ti scava nel profondo”. Noi che “avevamo osservato per tutta la vita la televisione”.
SILVIO RAFFO
I tuoi occhi nel buio, (ed. Elliot) fra le parole di Christian Castangia
presso Teatro Electra, Iglesias
Biografia autore
Docente di traduzione letteraria in più atenei, narratore, poeta, drammaturgo e traduttore di dodici poeti angloamericani, ha vinto i più prestigiosi premi, dal Montale al Gozzano. Finalista a uno Strega con La Voce della Pietra, da cui è stato tratto il film omonimo, risiede attualmente a Roma, dove collabora con l’Università della Sapienza.
14 dicembre dalle ore 10:15 presso La Dolce Vita, Iglesias
COLAZIONE CON L'AUTORE SILVIO RAFFO
L’io escluso, performance poetica sul tema dell’esclusione a cura dell’autore.
presso La Dolce Vita, Via Valverde 34, Iglesias
Biografia autore
Docente di traduzione letteraria in più atenei, narratore, poeta, drammaturgo e traduttore di dodici poeti angloamericani, ha vinto i più prestigiosi premi, dal Montale al Gozzano. Finalista a uno Strega con La Voce della Pietra, da cui è stato tratto il film omonimo, risiede attualmente a Roma, dove collabora con l’Università della Sapienza.
14 dicembre dalle ore 15:30 presso Miniera di Monteponi, Iglesias
PERFORMANCE CON VISITA GUIDATA ALL'INTERNO DELLA MINIERA
Poetesse iraniane nella tana di Franz Kafka con Francesco Occhetto, Brigata Stirner e Maria Loi
Performance con visita guidata all’interno della miniera a cura dei partecipanti del laboratorio teatrale condotto da Senio Giovanni Barbaro Dattena
presso Miniera di Monteponi, Iglesias
14 dicembre dalle ore 17:00 presso Castello Salvaterra, Iglesias
GIANNI USAI
Il peggiore, (ed. Il maestrale) fra le parole di Christian Castangia
Performance a cura dei partecipanti del laboratorio teatrale
condotto da Senio Giovanni Barbaro Dattena
presso Castello Salvaterra, Iglesias
Biografia autore
Gianni Usai è nato a Sinnai (CA) dove vive e lavora. Dal 2021 collabora con il blog letterario Squadernauti. Suoi racconti sono apparsi su riviste e raccolte e nel 2019 ha vinto il premio Gramsci per la sezione narrativa. Con la casa editrice Il Maestrale ha pubblicato i romanzi La sesta nota (2020), Cristian T. (2022), Il peggiore (2024).
14 dicembre dalle ore 18:15 presso Sala Remo Branca, Iglesias
SILVIO RAFFO
L’estasi insicura, (ed. Interno libri) fra le parole di Maria Loi
La difficoltà della condivisione, performance a cura dell’autore
presso Sala Remo Branca, Iglesias
Biografia autore
Docente di traduzione letteraria in più atenei, narratore, poeta, drammaturgo e traduttore di dodici poeti angloamericani, ha vinto i più prestigiosi premi, dal Montale al Gozzano. Finalista a uno Strega con La Voce della Pietra, da cui è stato tratto il film omonimo, risiede attualmente a Roma, dove collabora con l’Università della Sapienza.
ALESSANDRO DE ROMA
Grande terra sommersa, (ed. Fandango)
Performance di presentazione del piccolo attore Leonardo Diana
presso sala Remo Branca, Iglesias
Biografia autore
È nato a Carbonia il 19 Agosto del 1970 ed è residente a Sorso (SS) in strada Vicinale Serralonga n.7
07037 telefono 3407802022 e.mail busaki@tiscali.it
Si è laureato in filosofia a Cagliari nel 1994 con una tesi di filosofia politica su John Rawls (110/110 con
lode e dignità di stampa).
Ha insegnato a Torino, Sanremo, Roma, Nuoro. Attualmente insegna storia e filosofia al liceo Marconi di
Sassari.
Ha esordito per Il Maestrale nel 2007 con il romanzo “Vita e morte di Ludovico Lauter” (Premio
Dessí; Premio Vigevano Opera Prima; Finalista Premio Viareggio Opera Prima), poi pubblicato in Francia
dall’editore Gallimard (“Vie et mort de Ludovico Lauter”).
Ha poi pubblicato “La fine dei giorni” (Il Maestrale 2008), anch’esso pubblicato in Francia da Gallimard
(“La fin des jours”).
Nel 2020 è stato pubblicato il romanzo “Il primo passo nel bosco” (Il Maestrale).
Nel 2011 è uscito “Quando tutto tace” (Bompiani).
Nel 2014 ha pubblicato “La mia maledizione” (Einaudi), uscito poi per Gallimard con il titolo “Tout
l’amour est dans les arbres”. Su questo romanzo esiste il progetto per una trasposizione cinematografica da
parte del regista Salvatore Mereu.
Nel 2014 ha partecipato al progetto Einaudi “Sei per la Sardegna” per raccogliere fondi per le aree
devastate dall’alluvione nel nord Sardegna nell’autunno 2023. Assieme a lui nel progetto c’erano Michela
Murgia, Salvatore Mannuzzu, Marcello Fois, Paola Soriga e Francesco Abate.
Nel 2020 ha scritto il racconto “Il drago che dorme” per il volume del Touring club sui parchi della
Sardegna.
Nel 2021 ha pubblicato “Nessuno resta solo” (Einaudi).
Nel Gennaio del 2023 è uscito “Grande terra sommersa” (Fandango Libri), che è stato finalista al premio
internazionale città di Sassari e al premio Cambosu.
Nell’Ottobre 2023 è uscito il romanzo breve “Picnic a Kenwood House” per Tetra edizioni.
Grande Terra Sommersa
Alessandro De Roma
Grande Terra Sommersa
Fandango
Una madre, un padre, un bambino. Le storie, quelle della vita, iniziano sempre così. “Cosa credi di trovare là fuori? […] Non ti sognare di scappare, non ti sognare di fare di testa tua. Se non riesci a respirare e a camminare bene qua dentro, e nemmeno riesci a pensare, cosa credi di trovare là fuori? Non dormi quando dormi, non sei sveglio quando sei sveglio. E allora? Cosa credi di trovare?”. Sospeso nel silenzio dei ricordi che vagano in una realtà familiare che lo accoglie e lo respinge, un bambino si aggrappa alla speranza di una vita che lo comprenda e che gli dia un’altra possibilità. La madre, che verso il figlio perde il suo ultimo equilibrio, continua a vivere nel senso di colpa di quest’ultimo, ancorata al giudizio di un padre spietato che lo abbandona più volte al suo destino. L’abbraccio della nonna materna che, non credente, riversa la fede nel destino del nipote, apre alla speranza un varco che sembra chiudersi per sempre. Il bambino cresce, nonostante tutto, ma quel gesto di amore per il vuoto con cui inizia la sua storia chiede un prezzo troppo alto per farsi dimenticare.
Qua parla una sola solitudine che vuole incontrare le altre (fra le quali, c’è un nano biondo che fa il pittore e che vive in una casa azzurra) in un posto sicuro in cui poggiarsi per avanzare nei passi verso una sopravvivenza mai scontata.
Quel bambino ha la forza di crescere, di capirsi e di andare oltre, di scoprire i segreti del suo destino e di immergersi per venirne fuori. Lo fa, affrontando la vita di petto, senza mai giudicare gli altri, ma accogliendoli e respingendoli, quando è il caso. Per dire, quanto sia importante la possibilità di autodeterminarsi e di decidere le proprie scelte, come atto estremo di felicità, anche se per un attimo prima di sprofondare: “Il pavimento è freddo ma io rifiuto le scarpe. Le rifiuto da due mesi. Rifiuterei i vestiti se non me li infilassero per forza, pure mentre dormo. E dormo quasi sempre. Siccome non mangio dormo. Basta poco per farmi fare quello che vogliono. A parte le scarpe. A parte mangiare”.
Alessandro Muroni
direttore artistico del festival Aut Out Aut
per l’Associazione Diversamente Odv
BIANCA PITZORNO
A chi smeraldi a chi rane, (ed. Bompiani)
————–evento in streaming————–
fra le parole di Alessandro De Roma
performance Il gesto ripetuto della macchina da cucire
a cura dei partecipanti del laboratorio teatrale
condotto da Senio Giovanni Barbaro Dattena
presso Sala Remo Branca, Iglesias
Biografia autrice
Sassari 1942. Vive e Lavora a Milano. Laurea in Lettere Classiche all’Università di Cagliari. Master in Comunicazioni Sociali alla Cattolica di Milano. Sette anni funzionaria RAI. Dal 1978 vive esclusivamente di scrittura. Dal 1972 a oggi ha pubblicato più di 70 titoli tra romanzi, biografie e saggi, per ragazzi e per adulti. Tra i suoi ultimi libri:
A CHI SMERANDI E A CHI RANE Bompiani 2023, SORTILEGI Bompiani 2022, Donna con Libro Salani 202X, IL SOGNO DELLA MACCHINA DA CUCIRE Bompiani 2018, LA VITA SESSUALE DEI NOSTRI ANTENATI Mondadori 2015
cità.
A chi smeraldi e a chi rane
Bianca Pitzorno
A chi smeraldi e a chi rane
Bompiani
Ricordare è come un po’ morire, recitava una canzone di Andrea ed Ennio Morricone, sigla di chiusura del meraviglioso film di Giuseppe Tornatore, Una pura formalità del 1994. E ricordare, in queste storie familiari dal sapore di una buona madeleine proustiana, sembra invece l’antidoto che salva e rassicura la memoria. Nell’incontrare l’altro non esistono i confini, se il gesto è guidato dall’istinto che viene dal cuore. E in questa raccolta di storie, esiste un sentimento che scorre e che non lascia cadere il ricordo verso l’oblio. Percepire un essere vivente, che non sia umano, mette a nudo la percezione del particolare sopra il generico noi stessi, in una relazione che dà invece di pretendere. È la sofferenza del vedere soffrire un animale inerme. Una tartaruga picchiata con dei rami resi arma da braccia senza scrupoli, lascia che le lacrime scorrano per coprire quelle ferite inferte da una persa umanità verso chi non può difendersi se non col silenzio del sangue che urla pietà, con un muto dolore che si fa voce altra.
Fra zie, zii e compagne di scuola, scorrono animali dal nome cristiano, altri di pura invenzione come il Duca Quaquerone de Paperis o il principe Tonnetto di una fantasia bambina che libera l’immaginazione di trasformare dei piccoli spazi di memoria in ancore gettate nel tempo. E altri ancora che non hanno nome perché appartengono a una moltitudine dimenticata che si dà per scontata, come le formiche.
C’è poi la polvere magica delle falene, quelle che si nutrono di fiori notturni, che nasconde l’inganno del volo per gli umani, alla ricerca di qualcosa che li renda diversi, di cui poi si vergognano. Pappagalli, anatre, colombe, gabbiani, bisce, rane, rospi, coccodrilli, delfini, beluga, tonni, aragoste, polpi, pipistrelli e chi più ne ha, più ne metta, si incontrano fra le parole che li raccontano, e pretendono spazio lungo il percorso di una pagina scritta. In uno di questi, rimane fermo, per un attimo, un ragno: è quello che Silvio Pellico nutre durante le sue prigioni, ma che a un certo punto scappa, rompendo quel recinto che a lui non apparteneva.
Alessandro Muroni
Direttore artistico del festival Aut Out Aut
per l’Associazione Diversamente Odv
www.diversamenteonlus.org
STEFANO DAL BIANCO - PREMO STREGA 2024
Paradiso, (ed. Garzanti) fra le parole di Maria Loi
presso Sala Remo Branca, Iglesias
Biografia autore
Stefano Dal Bianco (Padova 1961) insegna Poetica e Stilistica all’Università di Siena. Ultimi libri di poesia: Ritorno a Planaval (Mondadori 2001; LietoColle 20182), Prove di libertà (Mondadori 2012), Paradiso (Garzanti 2024, premio Strega Poesia). Si è occupato della metrica di Petrarca, Ariosto, Andrea Zanzotto, e di poesia del Novecento. I suoi saggi di poetica sono raccolti in Distratti dal silenzio. Diario di poesia contemporanea, Quodlibet 2019.
15 dicembre dalle ore 10:00 presso La Dolce Vita, Iglesias
COLAZIONE CON GLI AUTORI DAL BIANCO, RAFFO, OCCHETTO
La poesia dell’incontro con Stefano Dal Bianco, Silvio Raffo, Francesco Occhetto e la Redazione di Erbafoglio, Rivista di cultura poetica
presso La Dolce Vita, Via Valverde 34, Iglesias
15 dicembre dalle ore 17:00 piazza Municipio, Iglesias
PERFORMANCE CONCLUSIVA DEL FESTIVAL
Outsider – performance conclusiva del festival a cura dei partecipanti del laboratorio teatrale condotto da Senio Giovanni Barbaro Dattena
presso Piazza Municipio, Iglesias
I LIBRI DEL FESTIVAL
Cliccando sul pulsante sottostante troverai il racconto, scritto e per immagini, di come si è svolta la prima edizione del Festival del 2023.
Scarica la locandina e il pieghevole dell’intero programma
NOTE E RINGRAZIAMENTI
Il nostro auspicio è che AutOutAut possa diventare un modello per lo sviluppo di progetti di vita delle persone adulte autistiche, attraverso l’ascolto della loro voce e di quella delle loro famiglie, il coinvolgimento della comunità, la sinergia tra istituzioni e l’impegno di molteplici professionalità che si incontrano e si ritrovano nelle arti, grazie alla letteratura.
CONTATTI
Alessandro Muroni Direttore artistico, ideatore e referente del progetto AutOutAut
Pierangelo Cappai Presidente Diversamente Odv
Roberta Fadda Referente Scientifico per l’abitare indipendente
Università degli Studi di Cagliari